“Oggi non riesco proprio a portare mio figlio al centro comunitario… poi esce tardi da scuola… Perchè non venite voi da me? Chiamiamo anche i compagni, e state qui, a casa nostra…”.

Con queste parole una famiglia ci invitò nella propria SAE a realizzare lì la nostra attività consueta di aiuto ai compiti. Fu un dono, una scoperta, una via inesplorata. Una famiglia che apre le porte significa tanta fiducia, e tanta possibilità di aiuto, lì proprio dove ci sono i bisogni primari e dove la vita è ordinaria. La nostra disponibilità fu immediata e insieme all’equipe della Fondazione L’Albero della Vita abbiamo iniziato ad andare una volta a settimana insieme ad una psicologa e una coordinatrice ad aiutare i ragazzi, proprio nelle loro case. E da una famiglia, nell’arco di qualche settimana, sono diventate già tre. Tale attività ovviamente non si è sostituita alle attività comunitarie svolte presso i vari centri e la scuola, ma è diventata complementare. Una volta a settimana si va a casa, una volta si sta tutti insieme al centro comunitario.

I bisogni.
Sono tanti, ma in modo particolare abbiamo notato la necessità di ricominciare una vita nuova, in una comunità tanto attesa, ma tanto difficile. La nuova routine, il nuovo paesaggio, il passato perduto e il futuro da ricostruire. Per i ragazzi abbiamo visto tante necessità di aggregazione, socializzazione e integrazione. Le famiglie continuano ad avere bisogno di ascolto, sostegno, di presenze che diano fiducia. La comunità nel suo insieme ha bisogno di sentirsi tale, di aggregarsi, ma di farlo con rispetto e gradualità.

Gli obiettivi.
In ciascuno degli obiettivi che ci vogliamo prefiggere vige sempre il criterio della più estrema e razionale gradualità. La vita delle persone ha dei tempi diversi, e gli obiettivi che un esterno come noi vuole raggiungere devono rispettare tali tempi, le cui diversità raccontano di tante lacrime, di tanti limiti e difficoltà che sarebbe disumano e irrispettoso non considerare.

Per i ragazzi gli obiettivi primari sono il garantire un implemento della capacità di studio, occasioni artistiche e culturali di approfondimento, trasmettere valori comunitari e umanitari mediante le attività artistiche e culturali, trasmettere valori sul volontariato, la partecipazione attiva e la cooperazione.

Per le famiglie: garantire una presenza competente, occasioni di ascolto e di dialogo, dare un apporto concreto per l’aiuto ai compiti e il sostegno allo studio.

La modalità.
L’attività consueta prevede sempre la realizzazione di progetti aggregativi, artistici, sportivi, presso la scuola e i vari centri comunitari, insieme alle varie realtà del territorio. Tali attività, come ad esempio i corsi di musica, di danza, lotta greco romana, ciclismo.

Insieme a questo vengono realizzate azioni di Aiuto ai compiti, sporadicamente nei centri comunitari e su richiesta nelle SAE.

Tale intervento prevede sempre la presenza di una psicologa e di una coordinatrice che faccia la supervisione, il contatto costante con le famiglie oltre che la scuola, la parrocchia e i ragazzi. Saranno necessarie almeno una riunione mensile di coordinamento tra tutte le associazioni coinvolte e un lavoro di equipe e di valutazione, ogni due settimane.

Tale modalità è “moltiplicabile” e richiede una nuova “equipe” ogni cinque famiglie coinvolte. Tale modularità è necessaria per garantire qualità all’intervento.

Insieme ai laboratori scolastici sono stati previsti laboratori anche per la fascia pre-scolare (scuola dell’infanzia).

Il progetto “A CASA TUA” è ATTUALMENTE SOSTENUTO DA TUTTI I NOSTRI DONATORI, MA IN PARTICOLARE DA CARITAS ITALIANA, AGIMAP BOLOGNA, SALESIANI COOPERATORI D’ITALIA.